di Andrea Bonzi
In un precedente articolo abbiamo dato conto della possibilità di implementare il Tremolo sfruttando il modello del vento di Hauptwerk, cosa che ne permette - oltre ad una modellazione assai accurata - la regolazione da parte dell'utente di profondità e velocità dei battimenti.
Da principio abbiamo inserito questo tipo di Tremolo nel positivo OTT: un sample set rigorosamente dry e come tale privo di multirilasci. Implementandolo nel sample set "SANTA MARIA NASCENTE AL QT8 - TAMBURINI 1959", dotato di due canali stereo dry+wet e di ben cinque livelli di rilasci multipli, ci siamo scontrati con quello che riteniamo un limite intrinseco di Hauptwerk nel gestire l'applicazione del Tremolo (e ovviamente di qualsiasi variazione dinamica data dal wind-model) ai campioni "wet".
L'immagine sottostante è lo spettrogramma di una nota di Oboe (C3, do centrale), canale wet, a cui è applicato il Tremolo ottenuto con il modello del vento di Hauptwerk. E' evidente la modulazione in frequenza ed in ampiezza di ogni armonica, che lo spettrogramma rende come una ondulazione delle relative linee.
Si nota anche come, al rilascio della nota, la coda di riverbero viene "congelata" al valore di intensità e frequenza calcolato dal modello del vento al momento dello stacco del suono: dopodiché la coda di riverbero prosegue linearmente, senza che venga applicato alcun effetto.
Ma anche il suono a regime - pur trattandosi di campioni wet - viene semplicemente modulato in ampiezza ed intensità come se si trattasse di un suono dry: mancando completamente la convoluzione propria di un riverbero reale in un ambiente reale, in cui ogni frequenza emessa rimane presente, spegnendosi gradualmente, per tutta la durata delle riflessioni acustiche. Si confronti l'immagine precedente con questa, in cui il Tremolo con il modello del vento è applicato ad un campione dry con riverbero a convoluzione (si tratta sempre della medesima nota dello stesso registro):
E' evidentissimo, a colpo d'occhio, il "trascinarsi" di ogni frequenza emessa dal campione modellato dal Tremolo per tutta la durata del riverbero - esattamente ciò che accade nella realtà e ciò che il nostro orecchio è abituato a percepire.
Riassumiamo in un breve video esplicativo i risultati delle nostre sperimentazioni, che riguardano sia il Tremolo riprodotto con il modello del vento che quello con il modello nativo di Hauptwerk:
La mancanza di modellazione dinamica dei suoni - resa evidente nel caso del Tremolo ma che riguarda qualsiasi applicazione del wind-model di Hauptwerk a campioni wet con rilasci multipli - è la principale causa della sterilità dei modelli integrati in Hauptwerk: si tratta purtroppo di una questione di non facile soluzione poichè i campioni wet, per definizione, incorporano in sè stessi la risposta dell'ambiente che quindi molto difficilmente può essere suscettibile di ulteriore convoluzione senza artificiosità.
Per questo motivo la soluzione più efficace può sembrare quella del doppio campionamento, che includa anche l'effetto di Tremolo laddove sia presente: purtroppo abbiamo già visto nel precedente articolo come anche questa soluzione non sia esente da problemi e compromessi, soprattutto riguardo la mancanza di coerenza di fase delle oscillazioni in campioni presi necessariamente in tempi diversi - mentre nell'originale a canne suonano contemporaneamente. Questa soluzione è inoltre dispendiosa sia in sede di campionamento che per quanto riguarda le esigenze hardware, moltiplicando le dimensioni del sample set.
Per quanto ci riguarda siamo convinti che, a meno di rinunciare al sistema dei multirilasci per rivolgersi al campionamento dry con riverbero a convoluzione (a patto di disporre di adeguate IR dell'ambiente in cui è collocato l'organo che si va a campionare, almeno una per ogni prospettiva desiderata) sarebbe un notevole passo avanti per Hauptwerk la possibilità di simulare credibilmente la convoluzione ambientale applicandola ai campioni wet: una tale implementazione contribuirebbe ad un significativo miglioramento del realismo dei sample set.